Ovicaprini: il mercato di carne, latte e derivati
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Ovicaprini: il settore delle carni
Come avviene ogni anno a primavera, l’11 giugno si è svolto a Bruxelles il consueto incontro del gruppo di previsione per il settore carni ovicaprine.
In quell’occasione sono stati presentati i dati aggiornati sulla filiera ovicaprina in ambito nazionale e si sono tracciate le ipotesi di evoluzione del mercato nel 2018.
La produzione ovicaprina in Italia
La produzione ovicaprina italiana, pur rappresentando solo il 4% della produzione europea e malgrado la scarsa rilevanza a livello economico (nel 2017 rappresenta l’1,2% del totale agricoltura ai prezzi di base) continua ad essere considerata strategica per lo sviluppo delle aree svantaggiate e per il suo ruolo sociale ed ambientale.
Il patrimonio ovicaprino si attesta ormai da anni attorno agli 8 milioni di capi di cui poco più di uno, costituito da caprini.
I consumi in continua contrazione, la concorrenza estera e la scarsa redditività restano i problemi strutturali del comparto che ne compromettono una evoluzione espansiva.
Nel corso dell’incontro sono stati presentati i dati di domanda, offerta e prezzi in ambito nazionale ed è stato evidenziato il risultato di un’indagine svolta da Ismea sulla redditività dell’allevamento ovino in Sardegna da cui emerge come solo l’alto livello del sostegno pubblico stia consentendo alle aziende nazionali di restare in attività.
Costi di produzione del latte ovino
Da un’analisi realizzata nell’ambito delle attività del Piano di settore zootecnico sono emersi alcuni risultati sulla produzione di latte del settore ovino.
Da un’indagine realizzata su un campione di 18 allevamenti ovini situati in Sardegna è emerso che il costo di produzione del latte di pecora, è stato mediamente pari a 1,12 euro/litro di latte prodotto al netto di premi e contributi PAC con riferimento all’annata agraria 2016/2017.
L’analisi dei dati aziendali raccolti ha consentito di evidenziare l’esistenza di una forte variabilità fra le realtà indagate, sia per quanto riguarda le performance tecniche che quelle economiche. In particolare, il costo di produzione è risultato molto più elevato nelle aziende medio-piccole (da 50 a 384 capi) rispetto a quelle di grandi dimensioni, con oltre 385 capi (rispettivamente 1,43 euro/litro e 1,03 euro/litro Iva esclusa), in particolare a causa della maggiore incidenza dei costi del lavoro per litro di latte prodotto (circa il 42% nelle aziende medie e il 26% in quelle grandi).
I bilanci economici aziendali hanno mostrato una forte sofferenza generale, non compensata neppure dal sostegno PAC (incluso premio accoppiato) che ha rappresentato circa un terzo dei ricavi complessivi.
La PLV aziendale si è attestata su valori esigui a causa di prezzi del latte molto bassi e di livelli contenuti di produttività per effetto della straordinaria siccità che ha caratterizzato l’annata oggetto di osservazione.
Le condizioni climatiche sfavorevoli, inoltre, hanno impattato negativamente sui costi di produzione facendo lievitare in modo eccezionale i costi per l’acquisto di foraggi conservati e alimenti concentrati.
Fonte: Ismea