La lattazione silenziosa
Indice dei contenuti
- Come affrontare al meglio il periodo dell’asciutta per delle bovine più sane e produttive
- Asciugare le bovine da latte: procedure, accorgimenti e prevenzione
- La mastite: conoscerla per prevenirla
- Alimentare la bovina per una partenza senza intoppi: energia di qualità per la fase di asciutta
- Omeostasi minerale nella fase di asciutta: cosa guardare
Come affrontare al meglio il periodo dell’asciutta per delle bovine più sane e produttive
Il successo di un’azienda agricola, che ricerca l’efficienza nella produzione di latte, risiede nel rispetto della fisiologia e della sanità dell’animale in tutte le fasi di vita produttive delle bovine.
Il periodo dell’asciutta diventa fondamentale per rigenerare i tessuti, ma anche preparare la bovina da latte per la successiva lattazione. Errori gestionali e di management, in questa fase, sono la causa di mancate produzioni, problemi metabolici o sanitari fino alla riforma dell’animale, comportando per l’allevatore un danno economico notevole.
I punti fondamentali per una corretta gestione dell’asciutta
Una volta che l’animale si appresta a terminare una gravidanza è bene avere le idee chiare per poter gestire con la massima attenzione questa fase, inoltre sarebbe utile porre obiettivi volti a migliorare le condizioni delle bovine, oltre che programmare nel dettaglio i vari passaggi da effettuare.
Particolare attenzione dovrà concentrarsi su questi temi:
- Corretto apporto nutrizionale per terminare l’ottimale crescita del vitello.
- Mantenimento di un BCS (3) idoneo (3.5 – 3.75).
- Preparazione e rigenerazione del tessuto mammario per la lattazione successiva.
- Gestione degli ambienti ottimale per minimizzare problemi digestivi, metabolici o per l’insorgenza di malattie infettive.
In questo elaborato si percorreranno le fasi più importanti per un’asciutta di successo oltre che alcune soluzioni ZOO ASSETS per ottimizzare quello che è il periodo produttivo più importante della vacca da latte.
Asciugare le bovine da latte: procedure, accorgimenti e prevenzione
Le migliori procedure per asciugare le vacche in lattazione sono state elaborate e raffinate negli anni per andare incontro a quelle che sono le esigenze fisiologiche e metaboliche delle bovine.
Ad oggi sono utilizzate principalmente due tecniche per “fermare” la produzione di latte delle vacche: l’asciutta “drastica” o un processo più graduale che prevede una riduzione della produzione in un tempo leggermente più lungo.
Asciugare le vacche da latte: procedimento più “drastico”
Nel primo caso si prevede di smettere la mungitura degli animali da asciugare improvvisamente. Questa tecnica è indicata per animali con produzioni molto basse che probabilmente provengono da lattazioni molto lunghe o con problematiche durante l’ultimo ciclo produttivo.
Asciugare le vacche da latte: procedimento più graduale
Per animali che invece hanno produzioni più alte (almeno 25 kg/giorno), è consigliabile ridurre la produzione di latte diminuendo la razione sia in termini quantitativi sia, dove possibile, in termini di valori nutrizionali. In questo modo l’animale otterrà meno nutrienti da veicolare alla mammella che ridurrà di conseguenza la produzione di latte.
In entrambe le situazioni descritte si consiglia di non continuare la mungitura quando la produzione giornaliera scende al di sotto della soglia ottimale. È sconsigliato ridurre la mungitura ad una sola volta al giorno: in questo caso l’animale verrebbe sottoposto ad uno stress non richiesto alla mammella, la quale dovrebbe essere messa nelle condizioni di riposo funzionale per permettere la ricostruzione dei tessuti e la preparazione per la lattazione successiva.
I rischi di una non corretta gestione
Il rischio maggiore di una non corretta pratica di messa in asciutta è la maggiore incidenza di mastiti che si manifesteranno una volta che l’animale ritornerà in lattazione: le mastiti nei primi 30 giorni di lattazione sono una delle cause maggiori di riforma delle bovine. Inoltre, in molte stalle si può notare che le bovine che si apprestano ad iniziare la seconda lattazione (ovvero gli animali che hanno avuto solo una lattazione alle spalle), sono tra gli animali più in difficoltà e che subiscono maggiormente questa difficile condizione.
I trattamenti possibili sulle vacche in asciutta
Le vacche che vengono messe in asciutta sono trattate con antibiotici in candelette endomammarie per ridurre l’incidenza di nuove infezioni.
Da alcuni anni inoltre, è diventata molto diffusa la pratica di integrare questo trattamento con l’applicazione di un tappo al silicone (anch’esso in candelette endomammarie) per migliorare la chiusura del capezzolo e permettere alla mammella di rimanere il più possibile isolata dall’esterno. Questa pratica deve però essere molto precisa ed effettuata nelle condizioni igienico sanitarie più alte possibili, per non inficiare l’efficacia del trattamento.
Negli ultimi anni questo tipo di tecnica è stata messa in discussione: vista la forte pressione dei legislatori dell’Unione Europea verso la riduzione dell’utilizzo di antimicrobici in zootecnia, è sempre più comune imbattersi in stalle che applicano protocolli di asciutta selettiva. Il rischio documentato di nuove infezioni post parto impone delle riflessioni sui limiti di rischio oltre che l’utilizzo responsabile e corretto dei farmaci più efficaci ed idonei.
La mastite: conoscerla per prevenirla
La misura delle SCC
È fondamentale saper conoscere i rischi di mastite e mettere in pratica delle contromisure efficaci per poter combattere questa problematica.
Uno dei sistemi più efficaci per misurare la presenza di uno stato infiammatorio a livello della ghiandola mammaria è quello di misurare la conta delle cellule somatiche (SCC) nel latte delle singole bovine.
Questo segno aspecifico indica che la bovina sta mettendo in atto una risposta di tipo infiammatorio nei confronti di uno stimolo proveniente da un agente patogeno o da stress di diversa natura (ad esempio di natura meccanica dovuti alla sovra-mungitura o “sociali” da cambi di gruppo repentini). Durante il periodo di asciutta sarà perciò importante capire se vi è una risposta di tipo infiammatorio in atto, in quanto andrebbe in contrasto al processo di rigenerazione dei tessuti della mammella inficiandone la funzionalità nella lattazione successiva.
La pratica più sicura quindi è quella di ottenere una misura delle SCC prima della messa in asciutta; se questo valore supererà le 200.000 SCC (considerata la soglia di rischio) sarebbe utile proseguire con un campione batteriologico e antibiogramma per valutare il trattamento antibiotico più idoneo per la messa in asciutta.
Il monitoraggio del successo di questa procedura verrà poi verificato al primo riscontro dopo il parto dove verrà effettuata una misura delle SCC che dovrà essere idealmente inferiore alle 100.000.
Vedi anche: Prevenzione mastite bovina: il progetto Masti-Stop avviato da Arap Piemonte
La risposta di ZOO ASSETS come prevenzione
Per migliorare le condizioni di salute e prevenire l’insorgenza di infezioni dovute principalmente allo stress, ZOO ASSETS ha formulato una soluzione naturale per garantire una azione antinfiammatoria, immunostimolante e antiossidante efficace per la bovina da latte in prossimità dell’asciutta.
FIXX apporta un pool specifico e bilanciato di principi attivi fitoterapici per i quali è riconosciuta in bibliografia una intensa attività antinfiammatoria, immunostimolante ed antiossidante. A questi sono associati oligoelementi e vitamine che rappresentano costituenti essenziali dei fisiologici sistemi antiossidanti e di difesa dell’organismo.
Alimentare la bovina per una partenza senza intoppi: energia di qualità per la fase di asciutta
La transizione tra un’alimentazione ricca di nutrienti ed energia verso un’alimentazione più povera, volta comunque a supportare la crescita ottimale del feto nelle sue ultime fasi prima del parto, comporta un cambiamento notevole nella vita della bovina.
La messa in asciutta comporterà non solo un cambio alimentare drastico, ma bensì anche uno spostamento di gruppo: entrambi gli eventi saranno fonte di forte stress per le vacche che dovranno essere messe nelle condizioni di subire il meno possibile questi eventi. L’asciutta deve essere per la bovina un momento di riposo funzionale e quindi è fondamentale rispettare le norme di benessere, oltre che fornire la massima attenzione per evitare problematiche nella lattazione successiva.
L’alimentazione in asciutta deve quindi essere studiata e bilanciata per supportare la crescita finale del feto, ma anche prevenire i possibili effetti di un troppo marcato bilancio energetico negativo post parto, così come ottimizzare le produzioni di latte e la sfera riproduttiva che saranno indici diretti della sanità della bovina.
Le razioni delle vacche in asciutta sono generalmente di due tipologie:
- le razioni dedicate alle vacche appena asciugate e nella parte centrale dell’asciutta;
- le razioni delle vacche in “close up”, ovvero le bovine prossime al parto.
La razione per le vacche appena asciugate o per la parte centrale dell’asciutta
La razione formulata per le vacche asciugate da poco o nella parte centrale dell’asciutta è caratterizzata da alti valori di NDF (sopra il 50 %), mentre si devono mantenere valori bassi di amido e proteine, questi si aggireranno rispettivamente tra il 10 – 12 % per l’amido ed il 12 – 13 % per le proteine.
Fondamentale diventa il livello di ingestione delle bovine in asciutta: per ottenere risultati ottimali è necessario raggiungere un livello di ingestione pari a 13 – 14 kg di s.s. Spesso questo dato è molto complesso da raggiungere anche a causa della scarsa appetibilità delle razioni, oltre che ad un livello non appropriato di digeribilità dei foraggi.
È perciò importante fornire alle bovine in questa fase una dieta povera dal punto di vista energetico, ma al contempo appetibile e ricca di foraggi di qualità e molto digeribili. L’obiettivo è quello di selezionare le fonti di foraggio di miglior qualità per permettere alle bovine di alimentarsi nel modo migliore, cercando di preparare al meglio il parto, ma anche la lattazione che sta per iniziare.
La razione per la fase di close-up
Il tema dell’ingestione è sempre più importante una volta che le bovine si avvicinano al parto. In close up le bovine tendono a diminuire l’ingestione e perciò diventa fondamentale supportare al massimo gli apporti energetici, oltre che fornire alimenti che possono supportare l’azione batterica in un periodo sempre più delicato
ZOO ASSETS in tal senso ha messo a punto una soluzione che copre quelli che sono i fabbisogni principali delle vacche in questa particolare fase, ovvero mantenere alta l’appetibilità, fornire energia di alto valore metabolico e aiutare microbiologicamente il rumine nella fase di transizione.
EMAL risponde perfettamente a queste esigenze: il pool zuccherino, studiato appositamente per le esigenze delle bovine da latte fornisce massima appetibilità all’ alimento. La base di maltosio e di maltodestrine permette di fornire la massima energia in modo più efficiente e ridurre al massimo i deficit di bilancio energetico. La ricetta unica di EMAL permette anche un’azione prebiotica sui batteri ruminali, con un’azione diretta sia sui batteri degradanti gli amidi, sia sui batteri deputati alla degradazione delle fibre.
Omeostasi minerale nella fase di asciutta: cosa guardare
Per permettere alla bovina di attraversare senza intoppi la fase di asciutta è importante saper bilanciare bene in razione la quantità di minerali che l’animale può assumere. Quando parliamo di omeostasi minerale, infatti, cerchiamo di ottenere il bilanciamento più idoneo per permettere all’animale di affrontare la lattazione successiva.
Un buon bilanciamento dei minerali in asciutta permette di ottenere:
- Una corretta contrattilità muscolare
- Maggior facilità al parto
- Espulsione invogli e liquidi fetali veloce (meno ritenzioni)
- Più efficiente attività motoria e quindi una più alta capacità di ingestione
- Minor rischio di chetosi e dislocazioni
- Maggior efficienza del sistema immunitario
Per raggiungere tali obiettivi è necessario poter valorizzare la componente minerale della razione cercando di raggiungere i livelli ottimali di magnesiemia e calcemia, entrambi strettamente correlati con l’attività motoria e muscolare dell’animale.
Il rischio di raggiungere dei livelli non ottimali di calcio e magnesio (con le conseguenze negative che ne può comportare) è causato dal fatto che le diete sono maggiormente concentrate di cationi, esitando in uno stato di alcalosi metabolica molto rischioso.
Tale evenienza è purtroppo abbastanza frequente nelle realtà italiane, in quanto le basi foraggere utilizzate nelle razioni d’asciutte sono ricche di K+, elemento principale che contrasta l’assorbimento di Ca e Mg e assorbito in modo estremamente efficiente da parte della bovina.
I foraggi in asciutta devono perciò essere attentamente analizzati anche per il loro contenuto di K. Per questo motivo è consigliato utilizzare fieni di graminacee rispetto ai fieni di medica. La medica infatti possiede livelli molto alti di K rispetto ad altri foraggi e quindi l’utilizzo di tale essenza è da riservare agli animali in lattazione o anche agli animali in crescita.
Un semplice metodo per valutare il livello di apporto minerale è il rapporto tra anioni e catoni o DCAD (dietary cation-anion difference) che durante la lattazione deve essere positivo, mentre in asciutta è consigliato sia inferiore allo zero.
Purtroppo, il livello di K è spesso superiore a 1,5% della s.s., valore considerato critico per evitare lo stato di alcalosi metabolica. In questi casi è bene introdurre un’integrazione di sali anionici mirata per abbassare il pH del sangue e riportare la dieta ad un rapporto tra anioni e cationi inferiore allo zero.
ZOO ASSETS risponde a questa esigenza proponendo un prodotto anionico mirato chiamato MAMMA MIA DCAD.
MAMMA MIA DCAD è un integratore minerale e vitaminico contenete selezionati sali anionici che non compromettono l’appetibilità della razione, inoltre possiede un elevato contenuto di colina ad azione epatoprotettiva. Zinco, manganese e selenio in forma organica ad elevata biodisponibilità intestinale e metabolica, oltre che elevati tenori di vitamina D come ulteriore supporto al metabolismo del calcio.