Robot di mungitura: utilizzo, vantaggi, criticità
Indice dei contenuti
L’introduzione dei robot di mungitura nelle stalle ha rappresentato una delle innovazioni tecnologiche più significative nel settore agro-zootecnico degli ultimi decenni. La sua introduzione ha rivoluzionato il processo di mungitura delle bovine, rendendolo automatizzato, efficiente e meno dipendente dalla manodopera umana.
Come funziona il robot di mungitura?
Quando viene installato il robot di mungitura in una stalla, contemporaneamente vengono dotate le bovine di un sistema di identificazione, come un collare o una marca auricolare con un transponder. Questo consente al robot di riconoscere e distinguere le diverse vacche all’interno della stalla nel momento in cui entrano dentro il robot stesso.
L’accesso al robot è “volontario”, questo significa che è la vacca a decidere quando essere munta in base alle sue necessità. Sarà quindi l’animale a recarsi dal robot in modo spontaneo e il robot, identificando la bovina e, dopo le operazioni di pulizia e stimolazione, posizionerà ed allineerà il gruppo di mungitura con i capezzoli mantenendo in memoria la posizione degli stessi e le loro variazioni durante la fase di lattazione seguendone quindi le modifiche anatomiche.
A questo punto il robot procede con la mungitura vera e propria. I rilevatori, controllati da sensori e software avanzati, determinano quindi il flusso del latte e regolano la pressione per garantire una mungitura efficiente e senza danni per il capezzolo e la vacca stessa.
Una volta completata la mungitura, il robot rilascia delicatamente i capezzoli e applica il prodotto specifico per il post-dipping proteggendo quindi la mammella da possibili infezioni successive.
Un aspetto molto importante da tener presente è che, durante la mungitura, il robot raccoglie e registra dati importanti, come la quantità e la qualità del latte prodotto, la durata della mungitura e eventuali segnalazioni di anomalie nel latte stesse, misura anche la quantità di mangime assunto nella specifica stazione dentro il robot stesso. Dati molto utili per l’allevatore che può quindi anche accorgersi di problemi e patologie che affliggono l’animale.
La vacca non si avvicina al robot: quali sono i possibili problemi?
Una delle complessità con cui l’allevatore si può trovare a confrontarsi è il fatto che alcune bovine entrino con maggiore difficoltà o con una frequenza minore di quella attesa all’interno del robot stesso. Questo potrebbe essere dovuto a diversi fattori, sia di tipo manageriale, ad esempio un posizionamento del robot non ottimale, sia per questioni legate al mangime ed alla sua appetibilità, sia “personali” con animali che si adattano più lentamente alla mungitura automatica, sia per questioni sanitarie, ad esempio patologie podali che limitano la capacità di movimento dell’animale.
Uno dei problemi che spinge la vacca a non avvicinarsi al robot potrebbe essere, come appena accennato, proprio il mangime. Se il mangime non è sufficientemente appetibile a causa di una composizione non accurata o per una sua denaturazione o nel caso di unifeed troppo ricchi, le vacche potrebbero essere meno interessate ad entrare nel robot e quindi farsi mungere.
Se ci fosse il dubbio che il problema sia il mangime, è possibile somministrarlo alle vacche in asciutta o alle manze per fare un test. Se lo mangiano senza problemi, non ci sono ragioni per cui le altre vacche da latte non dovrebbero farlo.
Poi ci sono fattori “strutturali” che potrebbero impedire alle mucche di avvicinarsi al robot.
Ad esempio, se il robot è posizionato in punti bui della stalla e poco visibile alle vacche, molte di loro potrebbero evitare di avvicinarsi per paura. Allo stesso modo, se ci sono rumori forti e intermittenti, luci abbaglianti o riflessi delle stesse, eccessivo caldo durante l’estate, le vacche potrebbero essere disincentivate ad avvicinarsi.
Prima di installare i robot, sia a circolazione libera che obbligata, è quindi molto importante valutare attentamente la posizione ideale per evitare questo tipo di problemi.
Ci potrebbe anche essere un problema di esperienze negative durante la mungitura robotizzata in passato; la mucca potrebbe associare il robot a sensazioni negative e quindi evitare di avvicinarsi ad esso. Oppure ci potrebbe essere un problema di familiarità con il robot; le vacche possono essere molto abitudinarie e fare quindi fatica ad adattarsi ad un nuovo sistema di mungitura.
Importante ed utile potrebbe essere, soprattutto per le manze al primo parto, durante i giorni prima del parto stesso, cominciare a farle circolare nel robot abituandole quindi a quello che dovranno fare qualche giorno dopo.
È importante valutare attentamente tutti questi fattori e prendere le misure necessarie per garantire che le vacche si sentano a proprio agio e incoraggiate ad avvicinarsi al robot di mungitura. Ciò può includere una corretta gestione dell’ambiente, un’adeguata formazione e abituazione delle vacche al robot e l’identificazione e il trattamento di eventuali problemi di salute.
L’utilizzo dei dati di mungitura per la selezione delle bovine
Secondo alcuni studi scientifici i dati registrati dai robot di mungitura possono essere anche utilizzati per selezionare le bovine più resilienti e più “adatte” alla mungitura robotizzata.
Si definiscono “resilienti” le bovine che, a fronte di fattori di “disturbo”, ambientali o meno, non ne vengono per nulla o poco influenzate nella loro capacità di entrare nel robot.
Scheffer et al. (2018) propone, quindi, di quantificare la resilienza delle bovine utilizzando dati registrati di frequente. Il presupposto è che le bovine sono continuamente soggette a disturbi di vario tipo che provocano fluttuazioni nei parametri analizzati di frequente: una vacca che non è influenzata, o lo è meno, da questi disturbi esterni dovrebbe far registrare meno fluttuazioni. Quindi un’analisi delle fluttuazioni dovrebbe dare indicazioni utili sulla resilienza dell’animale.
Per individuare, quindi, le bovine più resilienti è possibile far riferimento a dei parametri essenziali registrati dal robot di mungitura. Secondo uno studio recente i tre tatti da esplorare e che possono essere utili indicatori di resilienza sono la varianza, l’autocorrelazione e l’asimmetria delle deviazioni dalle curve di lattazione individuali.
Robot o sala di mungitura: cosa scegliere?
L’evoluzione tecnologica nell’ambito delle stalle offre diverse opportunità alle aziende nella gestione degli animali e della mungitura delle vacche da latte.
Abbiamo visto, infatti, alcuni aspetti positivi e anche alcune criticità che si possono incontrare utilizzando il robot da mungitura, ma è sempre preferibile alla sala di mungitura?
Decidere quale opzione sia la migliore dipende da tanti fattori tra cui la convenienza economica, il contesto familiare dell’azienda, il livello di occupazione della manodopera presente in sala, la disponibilità di manodopera qualificata per la mungitura, le dimensioni aziendali, i costi e la produttività e così via.
Quindi, posto che ogni caso va analizzato nello specifico proprio in base ai tanti fattori indicati, possiamo dare qualche indicazione basandoci essenzialmente sull’incidenza del costo della mungitura sul prezzo del latte prodotto.
Solitamente, l’orizzonte temporale per l’installazione di robot di mungitura è di circa 10 anni, mentre per le sale di mungitura si considerano normalmente dai 15 ai 20 anni di vita utile, con differenze legate anche all’obsolescenza tecnologica.
Questo significa che il periodo di ammortamento per i robot è circa la metà rispetto alle sale tradizionali, influenzando notevolmente l’incidenza dell’investimento sul prezzo di ogni litro di latte prodotto.
I robot richiedono anche un minor numero di ore di lavoro della manodopera, sebbene richiedano personale più qualificato e quindi meglio retribuito.
D’altro canto, i costi di esercizio, come quelli relativi ai consumi elettrici, all’acqua, alle guaine, ai disinfettanti, alle manutenzioni, all’olio e ai filtri, così come il costo di assistenza risultano leggermente superiori per i robot.
Queste sono solo indicazioni di massima. La scelta va valutata attentamente caso per caso e le aziende devono condurre un’attenta analisi economica prima di fare una scelta definitiva riguardo l’adozione delle nuove tecnologie nella mungitura.