USA e Coronavirus: la crisi del settore lattiero-caseario
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Lo scoppio della pandemia da COVID-19 ha avuto un forte impatto sul settore lattiero-caseario statunitense. Con la chiusura delle attività di ristorazione e delle scuole, e il conseguente eccesso dell’offerta, molti allevatori hanno dovuto buttare il latte prodotto. Inoltre, l’effetto sul prezzo del latte è stato catastrofico. Le organizzazioni dei produttori sollecitano quindi l’intervento pubblico.
Covid-19: la drammatica crisi del settore lattiero-caseario in USA
Dagli allevatori che non sanno come disporre del latte prodotto alle difficoltà affrontate dai produttori di carne a causa del crollo dei prezzi della carne bovina, l’impatto del coronavirus sta facendo sentire il suo effetto sull’agricoltura di tutti gli Stati Uniti.
Le previsioni sui prezzi per la maggior parte dei prodotti agricoli non sono positive. Nell’ultimo mese, i prezzi dei prodotti lattiero-caseari sono diminuiti del 26-36%, i futures sul mais sono diminuiti del 14% e quelli sulla soia sono scesi dell’8%. Nonostante un aumento dei prezzi al dettaglio in alcune aree, i prezzi pagati agli allevatori di bovini da carne sono diminuiti del 25%. E’ questa la situazione dipinta dalla American Farm Bureau Federation, organizzazione volontaria indipendente e non governativa con l’obiettivo di rappresentare la voce dei produttori agricoli a tutti i livelli, in un report pubblicato in questi giorni.
American Farm Bureau Federation
All’inizio del 2020 i produttori lattiero-caseari erano ottimisti sul fatto che questo sarebbe stato un anno di inversione di tendenza, con i prezzi del latte in aumento e i costi degli alimenti mantenuti costanti. Ma le speranze sono state deluse quando il coronavirus ha rapidamente e drammaticamente influenzato la domanda, interrotto le catene di approvvigionamento e portato ad una caduta dei prezzi del 26-36%. Scuole, ristoranti e Università, che erano tra i principali acquirenti del latte e dei prodotti lattiero-caseari USA, sono stati infatti improvvisamente chiusi, lasciando i produttori con molto più latte di quanto gli impianti di trasformazione fossero in grado di elaborare. Gli scaffali del latte dei supermercati a volte vuoti riflettono le difficoltà di adattamento della filiera, non una mancanza di offerta. Secondo quanto riportato dalla AFBF, gli esperti non ritengono che la domanda al dettaglio di prodotti lattiero-caseari riesca a compensare la perdita di servizi di ristorazione e non solo.
Il 14 gennaio, 100 libbre di latte (circa 45 kg) di classe III, utilizzato per produrre formaggi a pasta dura, avevano un prezzo di mercato di $ 17,40 mentre la stessa quantità di latte di classe IV, utilizzata per produrre burro e latte condensato, aveva un prezzo di $ 17,84. A partire da questa settimana, questi prezzi sono scesi a $ 12,80 per la classe III e $ 11,15 per la classe IV.
Potrebbe essere sorprendente per i consumatori che gli allevatori abbiano dovuto buttare il loro prodotto, considerando che il latte è volato dagli scaffali dei negozi di alimentari, ma l’industria lattiero-casearia fa affidamento su ingenti ordini da ristoranti e scuole che ora sono in gran parte chiusi.
Con l’approvazione del Coronavirus Aid, Relief and Economic Security act (CARES Act) sono stati stanziati 9,5 miliardi di dollari per l’agricoltura, che potranno essere utilizzati per il sostegno finanziario agli agricoltori e agli allevatori colpiti dal coronavirus, e 14 miliardi di dollari per la Commodity Credit Corporation. Le disposizioni dirette in materia di prodotti alimentari e agricoltura contenute nel CARES Act, tra cui il sostegno a USDA e CCC, e i finanziamenti aggiuntivi per il Supplemental Nutrition Assistance Program, rappresentano solo lo 0,02% dell’aiuto totale previsto nella proposta di legge. L’USDA non ha ancora annunciato come saranno distribuiti gli aiuti.
NMPF e IDFA presentano il Milk Crisis Plan all’USDA per sostenere l’industria lattiero-casearia attraverso la crisi
Lo scorso 6 aprile, la National Milk Producers Federation (NMPF) e l’International Dairy Foods Association (IDFA) hanno inviato una serie di raccomandazioni, contenute nel Milk Crisis Plan, al Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti, esortando l’Amministrazione a intraprendere azioni rapide e globali per sostenere l’industria lattiero-casearia degli Stati Uniti nel corso della crisi. Il piano delinea il modo in cui questo disastro sta colpendo i prodotti lattiero-caseari statunitensi e sottolinea le sfide principali che il settore sta affrontando: l’offerta supera la domanda di almeno il 10%, divario che potrebbe allargarsi con l’aumento dell’offerta al suo picco stagionale. NMPF e IDFA sollecitano l’USDA a utilizzare quanti più strumenti possibile, il più rapidamente possibile, per colmare questo divario senza creare ripercussioni sul mercato a lungo termine.
“Nonostante nessun piano possa rimediare del tutto alle perdite che si stanno verificando, il settore sta rispondendo con una proposta che può aiutare a mitigare il danno. Dopo ampie discussioni, abbiamo sviluppato questo piano d’azione globale per affrontare molte delle principali sfide del mercato create dalla pandemia e lo stiamo presentando all’USDA. Nei prossimi giorni avvieremo con loro una discussione in merito alla proposta, sollecitando il dipartimento a muoversi rapidamente per affrontare gli effetti della pandemia sul nostro settore. Non vediamo l’ora di lavorare a stretto contatto con l’USDA mentre lottiamo per i produttori di latte”, ha affermato il Presidente e CEO di NMPF, Jim Mulhern.
NMPF e IDFA si dicono grati per l’approvazione del CARES Act, ma chiedono all’USDA e all’Amministrazione di andare oltre i tradizionali programmi e soluzioni per portare equilibrio e certezza al settore lattiero-caseario nei prossimi mesi. In particolare, le associazioni chiedono:
- Attivare un ammasso per i prodotti lattiero-caseari per riempire le banche alimentari statunitensi con prodotti da distribuire al crescente numero di persone in difficoltà economica; questo soddisferebbe due obiettivi: creerebbe una domanda di prodotti lattiero-caseari stabilizzando apparentemente i mercati e aiuterebbe a far fronte alla crescente insicurezza alimentare mentre l’economia si contrae.
- Affrontare immediatamente l’insicurezza alimentare rimuovendo le restrizioni che limitano la disponibilità di prodotti lattiero-caseari nutrienti nei programmi alimentari dell’USDA.
- Risarcimento per lo smaltimento del latte, una possibilità reale in quanto le sfide logistiche in azienda e negli impianti di produzione possono creare gravi interruzioni.
- Riapertura della registrazione per la partecipazione al programma Dairy Margin Coverage (DMC), la principale rete di sicurezza per i produttori di latte, e in particolare per quelli di piccole e medie dimensioni. La partecipazione al DMC è diminuita nel 2020 a causa delle previsioni sui prezzi più elevati che sono però stati radicalmente riviste alla luce del coronavirus.
- Fornire aiuti ai produttori di latte.
- Ridurre i rischi sistemici finanziari/di liquidità lungo la filiera.
- Stabilizzare i mercati delle materie prime.
- Equilibrare i bisogni urgenti con le implicazioni a lungo termine:o Collegare gli aiuti ai produttori ai limiti della produzione di latte.o Evitare, nei limiti del possibile, eventuali eccedenze dell’offerta.
Fonte: ruminantia.it