Vitamina D nelle vacche da latte: biomarker della chetosi post-parto

La chetosi post-parto è un problema sempre molto importante nelle stalle di vacche da latte. Poterla individuare prima sarebbe davvero utile. Vi proponiamo questo studio sulla Vitamina D.

Può la vitamina D essere un biomarker di previsione della chetosi post-parto?

Secondo un nuovo studio del College of Veterinary Medicine della Michigan State University, le concentrazioni sieriche di vitamina D alla messa in asciutta e in preparazione al parto sono predittive di un aumento delle concentrazioni di chetoni nelle urine dopo il parto nelle bovine da latte.

Le 2 principali fonti naturali di vitamina D sono l’ergocalciferolo (vitamina D2) e il colecalciferolo (vitamina D3). La vitamina D2 è sintetizzata in funghi e lieviti e si trova principalmente nei foraggi e nelle foglie morte delle piante in crescita. La vitamina D3 è invece fornita da fonti animali. Come altri mammiferi, i bovini da latte sintetizzano D3 grazie alla luce solare sebbene l’esposizione al sole sia limitata all’interno delle stalle. La vitamina D, sia ingerita che assorbita attraverso la pelle, viene convertita in 25-idrossivitamina D [25 (OH)D] nel fegato, quindi in 1,25 diidrossivitamina D [1,25 (OH)2D] nel rene. La forma 1,25 (OH) 2D della vitamina D è la più biologicamente attiva, funziona come un ormone e aiuta a regolare l’assorbimento del calcio. In genere, le concentrazioni sieriche di 25(OH)D nei bovini da latte sono comprese tra 40 e 100 ng/mL.

La vitamina D è comunemente integrata alle vacche da latte come vitamina Dper supportare l’omeostasi del calcio e nei periodi di bassa esposizione alla luce solare ed ha proprietà immunomodulanti e antinfiammatorie benefiche.

Le concentrazioni sieriche di 25-idrossivitamina D [25(OH)D] fluttuano durante la lattazione, con le concentrazioni più basse misurate in vacche sane a 7 giorni dal parto. Tuttavia, non è noto se le concentrazioni sieriche di 25(OH)D misurate durante la lattazione precedente siano associate a malattie della fase di transizione o se siano fattori di rischio per la salute nei bovini da latte.

Caratteristiche dello studio

Nel corso di questo studio sono stati raccolti campioni di siero da 279 bovini da latte provenienti da 5 mandrie da latte commerciali nel Michigan alla messa in asciutta, in preparazione al parto e a 2-10 giorni di lattazione (DIM). Le concentrazioni di vitamina D sono state determinate misurando la 25(OH)D sierica mediante test radioimmunologico. Il calcio sierico totale è stato misurato con metodi colorimetrici. Il BCS è stato assegnato al momento della raccolta del sangue. L’incidenza della malattia clinica è stata monitorata fino a 30 giorni dopo la parto. Sono state utilizzate analisi di regressione logistica bivariabili separate per determinare se la 25(OH)D alla messa in asciutta, nel close-up e a 2-10 DIM fosse associata a varie malattie cliniche, tra cui mastite, zoppia e patologie dell’utero (classificate come metrite, ritenzione di placenta, o entrambi) e con un aumento delle concentrazioni di chetoni nelle urine a < 0,05.

Tra tutte le analisi bivariabili significative, sono state costruite analisi di regressione logistica multivariabile per adeguarsi a potenziali variabili confondenti tra cui numero di parti, BCS, stagione e calcio. Le analisi della curva “Receiver operator characteristic” (ROC) sono state utilizzate per determinare le concentrazioni ottimali di 25(OH)D sierica. E’ stato osservato che concentrazioni sieriche più elevate di 25 (OH)D alla messa in asciutta e in preparazione al parto predicevano l’aumento delle concentrazioni di chetoni nelle urine all’inizio della lattazione, anche dopo aggiustamento per i fattori di confondimento.

È stato inoltre scoperto che concentrazioni sieriche inferiori di 25 (OH) D a 2–10 DIM erano associate a patologie dell’utero. Le concentrazioni sieriche ottimali di 25(OH)D in asciutta e in close-up per un minor rischio di aumento delle concentrazioni di chetoni nelle urine erano inferiori a 103,4 e 91,1 ng/mL, rispettivamente. La concentrazione sierica ottimale di 25(OH)D a 2–10 DIM per le patologie uterine era superiore a 71. 4 ng/mL.

Risultati dello studio sulla vitamina D

Questi risultati indicano che la 25(OH)D sierica in asciutta e close-up può fungere da biomarcatore predittivo per l’aumento delle concentrazioni di chetoni nelle urine durante l’inizio della lattazione. L’aumento delle concentrazioni di chetoni nelle urine non è necessariamente dannoso o diagnostico per la chetosi, ma indica lo sviluppo di un bilancio energetico negativo, stress metabolico e un aumento del rischio di sviluppare malattie ad inizio lattazione.

La possibilità di prevedere quali bovini da latte siano ad aumentato rischio di malattia facilita l’implementazione di strategie di intervento che possono ridurre l’incidenza delle patologie. Studi futuri dovrebbero confermare questi risultati e determinare l’utilità delle concentrazioni sieriche di 25(OH)D come biomarcatore predittivo per la chetosi clinica e subclinica.

Fonte: ruminantia.it